Silvana Bissoli incide il legno con sottili
segni di fuoco.
Dott.ssa Pompea Vergaro, Critico d'Arte
... “Ho cercato tra gli ulivi di Puglia l’essenza di quella
terra. Ho incontrato antiche radici tramutate in folletti
che hanno narrato per me storie incantate”, questo è
accaduto quando l’artista, appena ventenne, è giunta nel
Salento, per non staccarsene mai più, anche se viveva a
molti chilometri di distanza dalle porte del profondo nord.
L’impatto è stato molto forte, continua a raccontare, da
allora questa terra si proponeva ogni volta, divenendo un
forte richiamo...
Il dubbio, allora, si insinua proprio come un folletto:
Silvana Bissoli in questi viaggi metafisici, così
emozionanti, dai quali ormai non sa staccarsene è rimasta
intrappolata? Sì, perchè questo, a volte, è un rischio che
corre chi viene attratto dagli ulivi di questa terra di
confine. Non saprà mai più separarsene, è come una condanna,
una piacevole condanna. Soprattutto quando diviene Arte.
I luoghi e le brezze del Salento catturano chi di questa
misteriosa terra non sa nulla e non ne conosce la potenza
primordiale, legata alla terra e agli ulivi, alle pietre, al
fuoco e al vento.
Non vi è mezzo più appropriato, dunque, di quello che
l’artista utilizza per la propria Arte: la pirografia, la
scrittura col fuoco, una tecnica d’incisione antichissima e
mediterranea. Difficile e audace, come lo è, d’altronde, la
sua produzione artistica.
Ella sa trarre e realizzare un legame tra oggetto e
soggetto, tra materia e forme, alberi d’ulivo incisi su
materiali legnosi, duri e scuri come quelli d'ulivo o di
castagno, oppure teneri e chiari come quello di betulla o di
frassino, raccontando la storia di una terra, in minuziosi
dettagli.
Ma questo non è bastato, perchè la notte annuncia una luna
che inesorabilmente ti prende nella sua scia luminosa, per
portarti nelle più intime spiritualità.
E da qui ha preso vita l’arte, unica e irripetibile, di
Silvana Bissoli: l’ulivo con la sua nuda essenza lignea e la
misteriosa luna.
La sua ricerca artistica è continua, e si traduce in opere
ricche di forza espressiva: generosi e millenari ulivi, in
sequenze, come tappe della propria esistenza e della realtà
umana: la gioia e il dolore, la sottomissione, l’amore,
l’abbandono, la tenacia, perchè l’artista torna spesso nel
Salento, passeggia lungo i filari di ulivi, li fotografa,
sosta accanto ai poderosi e rassicuranti tronchi, accolta
dalle folte chiome, ne coglie i respiri, le essenze e le
assenze, la forza e la lotta quotidiana per la
sopravvivenza, incontra anche, tra le vie dei piccoli
borghi, i volti dignitosi che raccontano, nei propri segni,
i solchi di questa terra.
Gli ulivi sui supporti si impongono per prepotenza visiva,
appaiono come un attracco alla realtà, anche se la natura
per Silvana Bissoli non è una rappresentazione, ma una
forza, un linguaggio che parla all’anima, nascendo
dall’urgenza di una sua intima necessità.
Perchè non sempre quello che vediamo in un primo momento è
quello che è davanti ai nostri occhi, perchè “l’Arte è una
menzogna che fa comprendere la verità”, come asseriva
Picasso.
Nella sua ricerca, l’artista scava nelle forme e nei segni,
ed ecco, come in un gioco di bambini, intravediamo tra il
fogliame di un rugoso ulivo, una luna che sbuca o un
passerottino, o una altalena che delicatamente dondola da un
robusto ramo, accorata nostalgia di una infanzia ormai
lontana o una panchina, poco più in là, che l’attende.
Ma l’artista si alimenta di altre forme artistiche, ed ecco
la parola scritta, compagna di ogni ulivo, un ulteriore
sostegno creativo, affinché ne resti memoria.
Nell’arte di Silvana Bissoli si coglie una speranza di
salvezza che ella trova e regala, sia nei ricordi che in
quel che sarà!"
Prof Vincenzo Baratella
.....E’ la
pirografia il veicolo con il quale fa emergere i suoi ulivi.
Il
soggetto dominante per il quale l’artista di Imola viene
immediatamente collegata e massimamente apprezzata è dunque
la raffigurazione degli ulivi. La pianta mediterranea
compatta gli ossimori desiderio-realizzazione,
giovinezza-vetustà, tenerezza-forza, legami-libertà; una
indubbia similitudine con la personalità di Silvana.
Il rappresentante per eccellenza della macchia mediterranea,
così rustico, vigoroso e generoso palesa anche negli incavi
e nelle fratture segnate dal tempo la poesia delle forme e
gli arzigogoli che generano leggenda.
La
punta incandescente del pirografo coglie ciò che appare e
ciò che sta dietro alle parvenze; dalle forti radici si
snodano tra fibre di legno impalpabili figure umane. Le
vesti di corteccia lasciano intuire i corpi imprigionati da
oscuri incantesimi: arcane metamorfosi. Sono le
transumanazioni che solo l’occhio sensibile dell’artista sa
cogliere e violare nell’intimità del panismo cosmico.
La
relazione tra il soggetto e l’artefice è così solido che
immancabilmente ad ogni occasione Bissoli torna a
rigenerarsi nella macchia d’ulivi salentina. Marca a fuoco
il legame: incide la tavola con un solco caldo bruno, calca
nel sottolineare la forza del legno e sfuma in ocracei
tratti gentili per raffigurare le immagini della fantasia.
Oltre
il Segno si liberano i simboli. Occhieggia tra le fronde un
usignolo, il musico della Luna. Questa campeggia nelle opere
di Silvana perché cede il sogno a Morfeo e ad Orfeo stimola
la poesia.
Claudio Alessandri,
critico d’arte
I soggetti trattati da
Silvana Bissoli sono rimasti gli ulivi, tanti e tanti ulivi, non opere
ripetitive, ma singolarmente originali sia nel tratto di una “pulizia”
ammirevole che nell’incisività del disegno. E’ sbalorditivo come un
albero possa assumere una tale varietà di forme, difficile credere che
tutto sia affidato al caso e meno che mai ad una interpretazione non
veritiera dell’artista…
…. nelle sue opere non
si limita all’interpretazione grafica degli ulivi, noto una
compenetrazione emotiva che suggerisce vitalità, dinamismo alla solidità
del legno tormentato da profonde fratture, da contorsioni che esprimono
“dolore”, quegli alberi, nelle rappresentazioni di Silvana danno l’idea
di concetti in continuo divenire, espressi in tempi remoti e che, ancora
oggi, raccontano instancabili storie sublimi, eventi tenebrosi di un
mondo sfuggito nelle brume dei secoli scomparsi anche dalla memoria….
Prof. Antonio A. Aràneo
Le opere di Silvana hanno un merito particolare, cioè piacciono a tutti, ma proprio a tutti.
Piacciono ai vecchi e ai bambini, agli intellettuali e agli artigiani, ai critici e agli artisti, agli innamorati e ai solitari. Insomma sono opere che dicono qualcosa a tutti e vanno incontro ai desideri di tutti. I vecchi ritrovano la nostalgia del passato, i bambini il fascino della speranza, gli intellettuali l’elegia della natura, i critici la novità del linguaggio, gli artisti l’espressività dello stile, gli innamorati la dolcezza dell’ispirazione, i solitari lo smarrimento di una sublime indifferenza.
Ma come è possibile tutto ciò? Come è possibile che delle opere così timide e modeste possano attrarre tante persone così diverse tra loro?
Io una risposta ce l’avrei. Io penso che i lavori di Silvana siano delle opere d’arte.
Prof.
Graziano Penazzi
Artista
originalissima le cui soluzioni espressive traggono origine da un elemento
naturale: l’Ulivo salentino.
La primitiva
torsione d’origine suggerisce alla Bissoli elementi di indagine per
suggestive immagini non devianti, ma intrinseche nella logica organica e
viscerale dell’elemento esaminato.
Ne consegue così
una creatività di alberi densi di aspetti umani che, passionalmente e di
intensa sensualità, muovono a nuova vita espressiva.
Il suo
indirizzo lirico ed emotivo, denso di sapienti intuizioni
immaginative, si carica di vigoroso e vibrante aspetto che solo una
vera artista come la Bissoli sa far emergere in un dato chiaro di
vita sognante.
Giorgio Fersini
La sua è
una tecnica antica di decorazione che ha scelto come mezzo ideale
per descrivere l’energia delle forme, siano esse
alberi d’ulivo o piccole immagini sacre che realizza con
meticolosa pazienza.
Il suo
tratto è leggero ma deciso, in esso si riconosce la capacità di
sbalzare dalla superficie legnosa i soggetti che sembrano provenire
da mondi virati seppia nei quali ogni cosa assume il colore ambrato
del tempo e custodisce in sé racconti e leggende o semplici storie
di vita.
E’
sovente l’ulivo che narra, attraverso il lavoro di Silvana Bissoli,
della difficoltà di vivere aggrappato al terreno arido e roccioso, ma che
nella sua plasticità svela un messaggio di speranza e di forza che
scorre nel movimento sinuoso della dura corteccia.
Così
prende forma l’ulivo inciso sul suo stesso legno, come un estremo invito
alla vita, trasmesso con vigore e dolcezza dalla mano che asseconda le sue
splendide e durissime venature e che nel gioco di luci e di ombre ne
ripropone l’immagine fantastica della torsione dei tronchi come un’allegorica
rappresentazione della vita.
L’Ulivo oltre il Segno: ... attraversa la
terra salentina rossa da secoli, in sinuose forme tendenti verso il
cielo e che, anno dopo anno, si diramano attraversando le vie del vento:
la scultura più bella e ricca che la grande Madre Natura ha creato è
l’ulivo, fonte di ispirazione per molti artisti, musa preferita di
Silvana Bissoli, la quale ogni anno dalla sua Imola, giunge nel Salento,
in un appuntamento fisso per il Circolo Culturale Ricreativo di
Otranto... Una mostra che, forse, potrebbe ricordarci che ciò che di più
sacro abbiamo è proprio quello che quotidianamente mortifichiamo e
sacrifichiamo ai nostri bisogni: la natura….
Alessandra Del Vecchio
(tratto da "quiSalento" giugno 2008)
Articoli
Articoli
tratti dai giornali di Rovigo
Articolo di Lauretta Vignaga
dal quotidiano "La Voce" di Rovigo
18 febbraio 2010
Articolo di
Lauretta Vignaga dal quotidiano "La Voce" di Rovigo
22 febbraio 2010
Articolo di
Emanuela Prudenziato in Il Gazzettino di Rovigo 23
febbraio
2010
Articolo di Vincenzo
Baratella in "La Settimana" di Rovigo
28 febbraio 2010
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