Pompea Vergaro
Il critico d’arte
ha presentato la mostra illustrando tutte le opere esposte
"Quando il fuoco si fa Arte: l’enigma degli
ulivi di Puglia in Silvana Bissoli"
"Ho conosciuto a Lecce l’opera “la Grande
Madre” di Silvana Bissoli, selezionata in occasione della Prima Biennale
Internazionale di pittura, scultura e grafica, tenutasi nella città barocca
nell’ottobre 2010, organizzata dalla Galleria Stomeo di Martano, una ridente
e dinamica cittadina situata nel cuore della Grecìa salentina, a pochi
chilometri da Lecce.
Ho conosciuto, successivamente, l’artista
veronese, nell’accogliente Galleria Stomeo, nei primi giorni di marzo,
quando la primavera annunciava i primi segni del suo arrivo. Ci siamo
intrattenute a lungo e alcuni segreti sono venuti alla luce... perchè ho
potuto comprendere come l’artista, lungo la sua ricerca, abbia saputo
scoprire e catturare le essenze arcaiche dell’ulivo, suo tema prediletto.
“Ho cercato tra gli ulivi di Puglia
l’essenza di quella terra. Ho incontrato antiche radici tramutate in
folletti che hanno narrato per me storie incantate”, questo è accaduto
quando l’artista, appena ventenne, è giunta nel Salento, per non staccarsene
mai più, anche se viveva a molti chilometri di distanza dalle porte del
profondo nord. L’impatto è stato molto forte, continua a raccontare, da
allora questa terra si proponeva ogni volta, divenendo un forte richiamo...
Il dubbio, allora, si insinua proprio come
un folletto: Silvana Bissoli in questi viaggi metafisici, così emozionanti,
dai quali ormai non sa staccarsene è rimasta intrappolata? Sì, perchè
questo, a volte, è un rischio che corre chi viene attratto dagli ulivi di
questa terra di confine. Non saprà mai più separarsene, è come una condanna,
una piacevole condanna. Soprattutto quando diviene Arte.
I luoghi e le brezze del Salento catturano
chi di questa misteriosa terra non sa nulla e non ne conosce la potenza
primordiale, legata alla terra e agli ulivi, alle pietre, al fuoco e al
vento.
Non vi è mezzo più appropriato, dunque, di
quello che l’artista utilizza per la propria Arte: la pirografia, la
scrittura col fuoco, una tecnica d’incisione antichissima e mediterranea.
Difficile e audace, come lo è, d’altronde, la sua produzione artistica.
Ella sa trarre e realizzare un legame tra
oggetto e soggetto, tra materia e forme, alberi d’ulivo incisi su materiali
legnosi, duri e scuri come quelli d'ulivo o di castagno, oppure teneri e
chiari come quello di betulla o di frassino, raccontando la storia di una
terra, in minuziosi dettagli.
Ma questo non è bastato, perchè la notte
annuncia una luna che inesorabilmente ti prende nella sua scia luminosa,
per portarti nelle più intime spiritualità.
E da qui ha preso vita l’arte, unica e
irripetibile, di Silvana Bissoli: l’ulivo con la sua nuda essenza lignea e
la misteriosa luna.
Poi l’incontro con il suo maestro di Tricase,
come ella racconta, e l’apertura del laboratorio “L’ulivo e la Luna”, nella
città di Imola dove ella vive.
La sua ricerca artistica è continua, e si
traduce in opere ricche di forza espressiva: generosi e millenari ulivi, in
sequenze, come tappe della propria esistenza e della realtà umana: la gioia
e il dolore, la sottomissione, l’amore, l’abbandono, la tenacia, perchè
l’artista torna spesso nel Salento, passeggia lungo i filari di ulivi, li
fotografa, sosta accanto ai poderosi e rassicuranti tronchi, accolta dalle
folte chiome, ne coglie i respiri, le essenze e le assenze, la forza e la
lotta quotidiana per la sopravvivenza, incontra anche, tra le vie dei
piccoli borghi, i volti dignitosi che raccontano, nei propri segni, i solchi
di questa terra.
Gli ulivi sui supporti si impongono per
prepotenza visiva, appaiono come un attracco alla realtà, anche se la natura
per Silvana Bissoli non è una rappresentazione, ma una forza, un linguaggio
che parla all’anima, nascendo dall’urgenza di una sua intima necessità.
Perchè non sempre quello che vediamo in un
primo momento è quello che è davanti ai nostri occhi, perchè “l’Arte è una
menzogna che fa comprendere la verità”, come asseriva Picasso.
Nella sua ricerca, l’artista scava nelle
forme e nei segni, ed ecco, come in un gioco di bambini, intravediamo tra il
fogliame di un rugoso ulivo, una luna che sbuca o un passerottino, o una
altalena che delicatamente dondola da un robusto ramo, accorata nostalgia di
una infanzia ormai lontana o una panchina, poco più in là, che l’attende.
Ma l’artista si alimenta di altre forme
artistiche, ed ecco la parola scritta, compagna di ogni ulivo, un ulteriore
sostegno creativo, affinché ne resti memoria.
Nell’arte di Silvana Bissoli si coglie una
speranza di salvezza che ella trova e regala, sia nei ricordi che in quel
che sarà!"